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Di Ferdinando Vaselli
Regia Valentina Esposito
Vincitore Premio E.M. Salerno
La drammaturgia dello spettacolo è costruita a partire dai racconti dei soci-operai che tuttora vivono a Civita Castellana. Durante il percorso teatrale prendono corpo le voci dei protagonisti tra racconto diretto e indiretto, tra confessioni e narrazioni, mediate e intrecciate all’interno di una partitura fisica e scenica. Il lavoro sulle azioni fisiche parte dallo studio sul ciclo produttivo dei sanitari, dalla manipolazione dell’argilla al modellamento delle ceramiche, dall’impasto delle terre alla stampa delle forme, quando tutto o quasi tutto si faceva con le mani, e di racconto in racconto procede epicamente verso la rappresentazione simbolica di un’epoca, di un sistema economico e produttivo, di un’Italia che non c’è più. L’azione scenica sul palcoscenico si intreccia drammaturgicamente ad alcune proiezioni video che restituiscono i paesaggi, i suoni, i volti delle fabbriche di Civita Castellana.